Le nostre giornate sono piene di metafore. In questo periodo è sufficiente aprire un giornale o ascoltare un TG per rendersi conto che chiunque parli della diffusione del Coronavirus lo fa utilizzando la metafora della guerra.
Come racconta nel suo articolo Daniela Cassandro, giornalista di Internazionale, siamo immersi in un linguaggio bellico che parla di “trincea negli ospedali”, “invasione del virus cinese”, “guerrieri ed eroi che sconfiggono il male”
Si può essere d’accordo o meno sull’associare la pandemia alla guerra, ma ciò che emerge è che le metafore sono essenziali al linguaggio umano. Le metafore, come le espressioni idiomatiche e le collocazioni lessicali, per chi come noi di STUDIOTRE lavora quotidianamente con le parole e le traduzioni, sono allo stesso tempo sfidanti e affascinanti.
Oggi vogliamo raccontarvi qualche curiosità sulle metafore citando alcuni passi dell’intervista a Elisabetta Gola – autrice del libro “Che cos’è la metafora” – comparsa sul blog “Il Libraio”.
Che cosa sono le metafore?
Sono schemi che guidano le nostre azioni e il nostro modo di percepire il mondo. La loro forza comunicativa è in grado di influenzaci persino nella scelta e nell’acquisto di un prodotto.
A cosa servono le metafore?
Sono lo strumento al quale ricorriamo quando non riusciamo a descrivere letteralmente cose ed eventi, soprattutto quando le situazioni ci scuotono emotivamente.
Non c’è quindi da stupirsi che di fronte a gravi malattie o lutti le metafore vengano utilizzata per gestire meglio la tensione emotiva.
Infine, le metafore ci aiutano a comprendere concetti nuovi e difficili.
Le metafore possono nascere, cambiare o scomparire?
Le metafore possono cambiare, spostarsi da una comunità all’altra e “morire”: se pensiamo a espressioni come “gambe del tavolo” o “collo di bottiglia” sono nate come metafore, sono morte e oggi sono assodate come espressioni letterali.
Bisogna, inoltre, tenere conto del fatto che ci sono differenze tra le metafore usate dagli uomini e dalle donne o da determinati gruppi etnici.
Come si traducono le metafore?
Sono poco comuni i casi in cui una metafora può essere trasportata letteralmente in un’altra lingua perché è legata allo specifico contesto sociale, culturale e politico. Quindi è piuttosto difficile trovare l’equivalente esatto tra una lingua e l’altra.
Per tradurre le metafore, il primo elemento di cui bisogna tenere conto è la tipologia di metafora che ci si trova davanti:
- Metafore morte: sono lessicalizzate e si possono facilmente trovare le espressioni corrispondenti (non del tutto equivalenti) nelle altre lingue. Ad esempio, per l’italiano “Mi sento giù” troviamo l’inglese “I feel down”.
- Metafore vive: spesso è necessario parafrasarle, cercando di conservare il loro potere espressivo e comunicativo.
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