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Traduzioni legali: l’arte di districarsi tra un “Signoria Vostra” e la “corresponsione degli emolumenti”.

L’Ufficio in indirizzo cesserà la corresponsione degli emolumenti a decorrere dal 10 maggio”.
Alzi la mano chi tra voi, amici di STUDIOTRE, ha dovuto rileggere questa frase almeno due volte per capirne il significato.

Riproviamo.

Dal 10 maggio il nostro ufficio sospenderà i pagamenti”.
Ora è sicuramente più chiaro.

In questo periodo, decreti e moduli di autocertificazione sono all’ordine del giorno e comprendere il linguaggio della Pubblica Amministrazione spesso è difficile. Qualche minuto fa, infatti, avete toccato con mano la sfida di chi si occupa quotidianamente della traduzione di testi legali e giuridici.

Di quanto sia ostico il burocratese è consapevole anche il Ministro Fabiana Dadone che, nei mesi scorsi, ha firmato un accordo con l’Accademia della Crusca con l’obiettivo di emanare una direttiva che funzioni da linea guida per rendere più chiaro il linguaggio tipico della Pubblica Amministrazione.

Se, però, siete curiosi di sapere quali sono i segreti per comprendere e tradurre la “burolingua”, ve ne sveliamo alcuni in questo articolo.

Testi legali e giuridici: quali sono le loro caratteristiche?

Se vi è capitato di leggere un contratto, un’assicurazione, uno statuto, un atto costitutivo o un brevetto, vi sarete accorti che solitamente sono testi con frasi lunghe e complesse inserite in una struttura molto rigida e formale.

I documenti legali e giuridici si caratterizzano, infatti, per l’uso di:

  • Participio presente, gerundio e passivo
  • Sostantivi al posto dei verbi per esprimere azioni (stipulazione, espletamento)
  • Forme impersonali (si chiede, si comunica)
  • Preposizioni e congiunzioni complesse e arcaiche (allo scopo di, altresì, allorquando, ivi, all’uopo)
  • Verbi fraseologici (dare comunicazione, trovare applicazione)
  • Arcaismi (diniego, istanza, locazione)
  • Forestierismi, principalmente latinismi (de facto, contra legem) e anglicismi
  • Abbreviazioni e acronimi
 

Traduzioni legali e giuridiche: quali sono le competenze necessarie?

Un traduttore specializzato in ambito legale e giuridico ha una doppia responsabilità: oltre a dover comprendere pienamente il significato del testo, deve essere consapevole degli effetti legali che l’atto produce.

Per questo motivo il traduttore legale deve conoscere le basi di diritto e la struttura legislativa sia del Paese della lingua source che del Paese della lingua target. Infatti, ogni sistema giuridico – essendo figlio di una specifica cultura – è differente e non sempre i concetti trovano il loro equivalente nella lingua di destinazione.

Dal punto di vista della traduzione, è necessario che il testo tradotto sia fedele all’originale evitando errori, termini ambigui e fraintendimenti perché il documento potrebbe risultare nullo, soprattutto nel caso di traduzioni asseverate presso il Tribunale.

Grazie ai collaboratori esperti in traduzioni legali e giuridiche, STUDIOTRE è consulente linguistico di aziende e studi legali per la traduzione di statuti, visure camerali, DURC, atti notarili, contratti, documenti per gare d’appalto, brevetti, perizie, certificati, normative e informative.

Se siete curiosi di sapere come traduciamo il burocratese, chiamateci (0522 323434) o scriveteci a mail@traduzionistudiotre.it 

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