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La “genesi” delle lingue

Vi siete mai chiesti come sono nate le diverse lingue del mondo? Sono tante le storie che riguardano la loro genesi, ma tra queste la più conosciuta e affascinante è senza dubbio il mito di Babele.

Secondo il racconto biblico, prima che gli uomini costruissero la famosa torre, la lingua originaria era una ed unica  e tutti gli abitanti della Terra si comprendevano.
Gli uomini, emigrati da Oriente, si ritrovarono in un’ampia pianura e lì costruirono una città con una torre tanto alta da toccare il cielo, e quindi Dio. Il Signore si contrappose al progetto, impedendone la realizzazione. Distrusse la torre e fece sì che gli uomini non si comprendessero più tra loro facendoli disperdere per tutta la terra.

Questo brano ha una duplice interpretazione, una legata alla tradizione cristiana e una a quella ebraica. Per i cristiani il gesto di Dio viene inteso, non in chiave punitiva, ma come la realizzazione del piano di Dio stesso per garantire la diffusione della specie umana su tutta la Terra.

Secondo l’interpretazione ebraica, la torre rappresentava la volontà dell’essere umano di comunicare con gli angeli e i servitori di Dio al fine di poter governare, un giorno, il Regno dei Cieli. Tale affronto sarebbe stato punito da Dio con la trasformazione degli uomini responsabili di tale piano in scimmie.

A prescindere da quale interpretazione venga data al testo, appartiene a entrambe la volontà di diversificazione linguistica da parte di Dio, che la considerava un mezzo per aumentare l’impotenza dell’uomo nei confronti della propria onniscienza. In questo senso, il traduttore diventa una sorta di mediatore tra l’impotenza umana e l’onnipotenza divina.

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