
Sapete, amici di STUDIOTRE, che al mondo esistono alcune parole che non hanno bisogno di essere tradotte per essere comprese? Sono definite parole universali e il loro significato è compreso a prescindere dalla latitudine, dalla lingua e dalla cultura.
Le ragioni per cui queste parole non variano (o subiscono variazioni minime) da una lingua all’altra non sono state ancora chiarite dagli studiosi, ma è comunque interessante provare ad indagare sulla loro origine.
Durante la colonizzazione dell’India, gli inglesi iniziarono ad indossare il pajama, ovvero un modello di pantaloni larghi che gli indiani portavano legati intorno alla vita; successivamente importarono nella loro lingua anche il termine che identificava questo capo d’abbigliamento.
La parola pajama la ritroviamo anche nel basco e nell’irlandese, mentre in arabo abbiamo bijama, in ungherese pizsama, in spagnolo e portoghese pijama.
La maggior parte delle lingue ha ereditato dal turco la parola kahve (che, a sua volta, deriva dall’arabo qahua) che è stata trasformata cambiando la “v” in “f” (ad esempio in italiano: caffè) oppure la “a” in “o” (ad esempio in inglese: coffee). Ecco perché per chiedere un caffè in tutto il mondo è sufficiente conoscere queste tre parole (e il loro suono): kofi, kahve, kava.
Dal coreano (eomma) al ceco (mami), dal francese (maman) allo slovacco (mamicka), la parola mamma è praticamente simile in ogni lingua. Secondo il linguista Roman Jakobson questo accade perché, nelle fasi dello sviluppo del linguaggio, tra i primi suoni che i bambini sperimentano in modo naturale ci sono “ah” e “mmm” poiché sono i più facili da riprodurre. La combinazione di questi due suoni darebbe, quindi, origine alla parola mamma.
Per tracciare l’origine di chitarra, dobbiamo fare un viaggio nei secoli e andare al tempo in cui nel persiano e nel sanscrito il termine tar identificava l’antenato di questo strumento musicale, per arrivare all’epoca in cui i la parola tar fu ereditata dai greci in kithara, dagli arabi in gitara e successivamente dagli spagnoli in guitarra, fino a diffondersi in numerose altre lingue in tutto il mondo (ad esempio: gitara in polacco, gitaar in olandese, guitare in francese e così via).
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