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I traduttori e gli interpreti di domani: Roberta Cappiello.

Il 2019 ha segnato per STUDIOTRE un traguardo importante: abbiamo festeggiato il nostro 40esimo compleanno finanziando 4 borse di studio per i laureati in Traduzione e Interpretazione dell’Università di Bologna (ne abbiamo parlato in questo articolo: STUDIO TRE e UNIBO hanno scelto i traduttori e gli interpreti di domani).

A novembre sono stati selezionati i vincitori: Roberta Cappiello, Marta Marchesi, Beatrice Capocci e Carlo Branchini. Due futuri traduttori e due futuri interpreti che, a partire da oggi, avremo il piacere di presentarvi.

Roberta Cappiello - Vincitrice del premio finanziato da STUDIO TRERoberta Cappiello

Roberta viene da Roma e si è laureata in Specialized Translationinglese e spagnolo.
Appassionata della lingua e della cultura giapponese, il suo motto – quello che “riesce sempre a darle tanta motivazione” – è:

七転び八起き (nana korobi ya oki), letteralmente “cadi sette volte, rialzati otto” perché “non importa quante volte tu cada a terra durante il percorso, rialzati sempre e continua per la tua strada”.

Perché hai scelto il corso di laurea in Specialized Translation?

Volevo indirizzare il mio studio delle lingue verso un’applicazione concreta, la traduzione. Durante questi anni, grazie ai docenti dell’Università di Bologna, ho acquisito le competenze necessarie per confrontarmi con ogni tipologia di traduzione – editoriale, tecnica, audiovisiva – comprese le traduzioni per i software, mettendo in pratica strategie traduttive mirate e utilizzando i CAT Tool, strumenti ormai indispensabili per il nostro lavoro.

Qual è il tuo sogno nel cassetto e come la borsa di studio ti aiuterà a realizzarlo?

Durante la laurea triennale ho studiato giapponese come terza lingua; il giapponese (insieme all’inglese) è una delle lingue più usate nei videogame di cui sono una grande appassionata. Vorrei utilizzare il premio di studio per approfondire lo studio della lingua giapponese, possibilmente frequentando un corso presso l’Istituto di Cultura Giapponese di Roma, perché il mio sogno nel cassetto è di lavorare nel settore della localizzazione dei videogiochi, magari come traduttrice in-house di aziende come Nintendo, Ubisoft o Bethesda.

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